Prevenzione delle infezioni, per la settimana mondiale la Chirurgia generale di Civita Castellana in campo con una campagna di informazione
Per sensibilizzare i pazienti e i loro cari, nei prossimi giorni saranno posizionate
in tutto il reparto delle infografiche con l'obiettivo di informare circa i corretti comportamenti da adottare
In occasione della settimana internazionale per la prevenzione delle infezioni, che quest’anno si svolge 13 al 19 ottobre, l’unità operativa di Chirurgia generale di Civita Castellana, diretta da Fabio Cesare Campanile, ha realizzato una campagna informativa rivolta agli operatori sanitari, ma, in primo luogo, ai pazienti e ai loro cari che frequentano l’ospedale Andosilla.
Nello specifico, sono state prodotte delle infografiche che nei prossimi giorni saranno posizionate accanto ai dispenser del gel idroalcolico per la pulizia delle mani, nelle docce, nelle camere dei pazienti, nelle sale operatorie e nelle medicherie del reparto.
“La nostra struttura – commenta Campanile – è da sempre molto attiva sul tema della prevenzione delle infezioni, non a caso la Chirurgia di Civita Castellana è parte integrante della Global alliance for infections in surgery, sin dalla sua fondazione. In occasione della giornata internazionale abbiamo deciso di mettere in campo un progetto che non fosse rivolto solamente agli operatori sanitari, ma anche ai pazienti e ai visitatori. È una iniziativa di ‘patient empowerment’ che oggi è ritenuta universalmente essenziale per il buon esito delle cure”.
Iniziativa che, come obiettivo correlato, prevede anche la diffusione delle linee guida che, in particolar modo negli ultimi anni, la struttura civitonica ha adottato, aggiornato, verificato e raccolto in un’unica procedura di reparto, contribuendo a ridurre l’incidenza di infezioni al suo interno.
“Attraverso la campagna di informazione – conclude Fabio Cesare Campanile - vogliamo coinvolgere i pazienti e i visitatori, accrescendo la loro consapevolezza rispetto all’importanza dell’adozione di comportamenti e abitudini che, se messi in atto in prima persona, in un ambiente sanitario come il nostro, possono contribuire a ridurre il rischio di infezioni”.