Gastroenterologia, serve un network delle strutture specializzate
È quanto è emerso dall'incontro fra specialisti che si è tenuto a San Martino Cimino. Al centro del convegno l'endoscopia diagnostica operativa e le malattie infiammatorie croniche intestinali
Una rete per la gastroenterologia. Le malattie croniche intestinali possono essere curate in maniera più efficace se i centri specializzati nell’affrontare questa patologia fanno “sistema”, creando un network che serva a diffondere e condividere conoscenze ed esperienze. Serve, insomma, un punto di riferimento unico. È questo quanto emerso dal convegno che si è tenuto in provincia di Viterbo a fine ottobre.
L’incontro “Gastroenterologia ed endoscopia digestiva, guardare il passato, gestire il presente, prepararsi al futuro” è stato ospitato il 25 e 26 ottobre dal Balletti Park Hotel di San Martino al Cimino.
Padrone di casa il direttore dell’unità operativa di Gastroenterologia dell’ospedale di Belcolle, Roberto Faggiani. Due le principali aree di interesse: l’endoscopia diagnostica operativa e le malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI).
«Abbiamo cercato - afferma il dottor Faggiani - di analizzare in profondità quelle che ormai sono aree di rilievo, considerata l’elevata incidenza delle patologie gastrointestinali nella popolazione, la crescente richiesta di prestazioni e il progressivo consolidamento dei livelli qualitativi raggiunti, il cui mantenimento richiede un impegno significativo di risorse umane, tecnologiche ed economiche».
Durante il convegno le istituzioni si sono confrontate con i responsabili e gli specialisti delle varie unità di gastroenterologia. Al centro del dibattito la tematica endoscopica e le più moderne tecniche di terapia ma anche un approfondimento dedicato alla sicurezza ed efficacia dei farmaci biologici delle malattie infiammatorie croniche intestinali.
«È la prima volta che ci rivolgiamo soltanto ad un ambito specialistico della gastroenterologia per discutere delle innovazioni che abbiamo raggiunto. L’endoscopia operativa ad esempio permette la risoluzione di problematiche un tempo esclusivo appannaggio della chirurgia, ottimizzando così costi e tempi» continua Faggiani.
L’auspicio emerso nella due giorni è quello diretto verso la creazione di una rete degli ambulatori dedicati alle malattie croniche intestinali e dei centri per la terapia endoscopica. Un network in cui possano essere pianificati percorsi lineari per l’utenza sia a livello di emergenze, sia per quanto riguarda l’organizzazione dei vari settori della gastroenterologia.