Diabete, cura e prevenzione attraverso la ricetta della Asl
Un percorso di assistenza e cura per il contrasto della diffusione del diabete. La Asl mette in campo il suo impegno per il sostegno al malato grazie al lavoro del Centro diabetologico di Viterbo, la messa a punto di una rete di condivisione dati e il supporto delle associazioni di volontariato presenti sul territorio
Diffondere la cultura della prevenzione al diabete, soprattutto tra i più giovani e costruire una rete di condivisione dati delle cartelle cliniche del paziente per facilitarne la cura. A questo si aggiungono le giornate dedicate ai controlli gratuiti e l’utilizzo del teatro tra gli operatori sanitari per rafforzare la comunicazione medico-paziente. Attraverso questa ricetta la Asl di Viterbo mira a creare un punto di riferimento per tutti i malati della provincia affetti dalla patologia.
Il Centro diabetologico
Si tratta di una struttura ospitata nella Cittadella della Salute di via Enrico Fermi in cui opera un team multidisciplinare di medici, pediatri diabetologi, infermieri, dietisti e psicologi al servizio dell’utente, assistito per tutti gli aspetti della malattia.
La rete diabetologica
Il progetto avviato nella prima metà del 2014 si pone come obiettivo l’attivazione di una rete tra specialisti, ospedale e territorio. Durante l’anno appena concluso si è registrata la condivisione di oltre 9000 cartelle cliniche all’interno della multicentrica aziendale di Viterbo, Civita Castellana, Tarquinia e Acquapendente. A questo dato si aggiungono prestazioni assistenziali in costante aumento.
Visite mediche gratuite
Ogni anno nel Viterbese vengono effettuate visite mediche gratuite per la prevenzione del diabete che vedono l'adesione dei cittadini per il controllo del proprio stato di salute grazie al supporto e al lavoro delle numerose associazioni di volontariato che operano sul territorio.
Il teatro come percorso formativo
Affinare metodi e strumenti per migliorare il percorso assistenziale di chi è affetto da diabete. Il teatro viene utilizzato come fonte per rafforzare la comunicazione con il paziente, rivolgendosi ai malati e alle loro famiglie per incitarli a costruire, con il personale medico, un percorso formativo di assistenza e cura.